La spiegazione
Lo stratagemma ha il fine di dislocare il nemico dove si vuole. La tigre è il nemico potente, il monte indica una buona postazione: un nemico potente favorito dal terreno è come una tigre alla cui potenza si aggiunge altra potenza.
Se il nemico ha occupato una posizione vantaggiosa, non è più possibile attaccarlo. Inoltre, il nemico che ha l’iniziativa e dispone di molta potenza non attaccherà se non in vista di un vantaggio: egli non potrà essere vinto se non con il concorso insieme della natura e degli uomini.
Come conviene comportarsi, in questi casi?
Quando affrontare il nemico ci metterebbe in una situazione difficile ci si prepari e lo si induca a venire verso di noi: in questo sta la complessità dello stratagemma, cioè attirare il nemico in trappola dopo essersi ben preparati.
Perché, com’è citato nell’Arte della guerra, l’attacco peggiore è quello sferrato alle città fortificate.
La storia
Alla fine degli Han Orientali, i Qiang di Wudu si ribellarono contro l’impero. La corte conferì a Yu Yu la carica di prefetto di Wudu e lo inviò a sedare la rivolta.
Lungo il cammino, egli fu attaccato di sorpresa dai Qiang e isolato fra le gole dei monti Yao, nei pressi di Chencang. Invece di cercare di rompere l’accerchiamento, Yu Yu ordinò alle truppe di attestarsi e proclamò a gran voce che avrebbe chiesto rinforzi e ripreso l’avanzata solo dopo il loro arrivo.
I Qiang lo vennero a sapere e, pensando di procurarsi qualche vantaggio prima dell’arrivo dei rinforzi imperiali, presero a razziare i distretti vicini.
Quando vide che i nemici si erano dispersi, Yu Yu avanzò a marce forzate coprendo oltre cento leghe al giorno; a ogni sosta, ordinava ai soldati di accendere più fuochi per cucinare del giorno precedente.
I Qiang notarono il fatto e conclusero che i rinforzi di Yu Yu erano ormai giunti, persero il coraggio di attaccarlo e passarono alla difensiva.
Yu Yu ne profittò per rompere il blocco, portò la battaglia dalla linea interna a quella esterna del fronte e inflisse ai Qiang una pesante sconfitta.
Il commento
In guerra esistono due impieghi diversi dello stratagemma.
Il primo consiste nell’indurre il nemico ad abbandonare una roccaforte e a eseguire i piani avversari; il secondo, nell’attirare il nemico su una direttrice secondaria o in una zona di guerra a lui sfavorevole, onde alleggerire la pressione sul campo di battaglia principale, oppure liberare un’area dal pericolo.
In ambito organizzativo lo stratagemma è utilizzato per sottrarre potenza all’avversario agendo o sulla posizione o sul potere della persona o del ruolo che occupa: non sempre le due direttrici sono chiaramente distinguibili, per cui le tratterò unitamente.
Fondamentale riflettere sul fatto che la tigre sul monte è consapevole della sua forza e tende a trascurare la possibilità di essere vittima di un attacco: essa tende anche a fidarsi della prima impressione e ad analizzare la situazione in modo sommario.
Vediamo alcune possibili realizzazioni dello stratagemma;
Qui mi fermo, senza tuttavia rinunciare a un commento finale.
La circolazione di informazioni sul conto della persona, veritiere o no che siano, si mostra sempre piuttosto efficace. Per le seguenti ragioni:
Sorpreso della fragilità della persona di potere? Prima di mettere in atto una qualunque delle azioni ipotizzate ricorda che l’attuazione dello stratagemma è molto complessa e la tigre è ancora sul monte.
PS: l’analisi degli stratagemmi in alcun caso significa condivisione, da parte mia, dei possibili comportamenti ipotizzati.
Vai alla recensione del libro I 36 stratagemmi.
Clicca qui per leggere gli stratagemmi fin qui commentati.