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Strategie per ridurre il personale. O per farsi del male?

Teniamo i migliori, ma non li tratteniamo!

30 Aprile 2012 | di Arduino Mancini (S)management delle Risorse Umane

Post aggiornato 2 agosto 2021

Ho ricevuto una e-mail da un’assidua lettrice del blog, la quale mi ha chiesto di rispondere con un post: volentieri accolgo l’invito.

Di seguito il messaggio, poi il commento.

Ciao Arduino,

Mi piacerebbe che mi fornissi il tuo punto di vista sul seguente argomento: non si tratta di uno scherzo, ma della situazione paradossale che sto vivendo.

La mia azienda sta riducendo il personale cercando di ricollocare presso altre aziende le persone che vengono licenziate.

Nella scelta su chi allontanare si stanno privilegiando le persone che sono meno utili.

Il fatto è che spesso il nuovo lavoro è migliore rispetto a quello attuale e più vicino a casa.

Io vorrei essere ricollocata in quanto lavoro a circa 200 chilometri da casa e mi farebbe comodo un avvicinamento, ma purtroppo “sono troppo utile all’azienda”.

E quindi mi tocca stare qui. Che fare?

Rendersi inutili col rischio che poi scada la mia professionalità (a scapito di un ricollocamento), oppure restare utili a 200 chilometri da casa?

Faccio alcune riflessioni sulla situazione nella quale è venuto a trovarsi la Lettrice, che chiamerò Maria per questioni di riservatezza.

Cominciamo a guardare le cose dal punto di vista di Maria: le conviene mantenere uno standard di lavoro elevato e rimanere dov’è oppure provare ad abbassarlo, sperando che l’azienda la ricollochi in una posizione più vicina a casa?

La seconda opzione mi sembra molto rischiosa: diminuire gli standard può comportare rischi e condurre a derive difficilmente controllabili.

Una strategia che difficilmente paga.

Perché l’azienda non accetta la richiesta di trasferimento di Maria presso un’altra azienda, evidentemente controllata o collegata?

Proviamo a fare alcune ipotesi, tenendo conto che le informazioni sono carenti, cercando di trarre da questo caso spunti di interesse generale:

  1. Maria è difficilmente sostituibile e l’azienda non può permettersi di rinunciare a lei; inoltre, non hanno pensato al fatto che lei possa cercare e trovare un altro posto.
    • Perché? Probabilmente in questo momento le attenzioni sono tutte rivolte alla riduzione di personale e le analisi si limitano alla superficie;
    • Aggiungerei anche che per molte imprese le persone diventano davvero interessanti quando hanno dato le dimissioni: questo potrebbe essere uno di quei casi;
  2. Maria è difficilmente sostituibile ma per l’azienda la reale priorità è la riduzione di personale: se il mancato trasferimento servirà a forzarle la mano e indurla a lasciare l’azienda tanto meglio.
    • Avranno difficoltà a sostituirla? Pazienza, se Maria lascia si vedrà come affrontare la situazione.
    • Maria è davvero brava e perderla sarebbe un peccato? Verissimo, ma in questo momento la riduzione di personale prevale su tutto;
  3. Maria non è ritenuta dall’azienda tanto utile quanto dichiarato e il mantenerla in una posizione di disagio serve a spingerla a cercarsi un altro lavoro.
    • Mentre per alcuni tipi di persone è il trasferimento in altre imprese lo strumento per indurre a lasciare, per Maria lo è invece rimanere in un posto che le crea oggettivi disagi a causa della distanza da casa.

I tre casi che ho menzionato sono quelli che mi vengono in mente sulla base del messaggio di Maria; non posso escludere di aver omesso qualcosa e solo l’interessata può dire quanto la mia analisi sia aderente alla realtà.

In ogni caso, e se le situazioni sono quelle da me ipotizzate, appare evidente che Maria ha buone ragioni per darsi un’occhiata intorno.

Voi cosa ne pensate?

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Commenti
Gud Giob 30 Aprile 2012 0:00

In venti anni abbiamo perso soprattutto la capacità di valutare il personale e trovare autentici talenti: anche questi sono stati imposti dall’alto.

E si vede il risultato.

Che fare se sei uno dei migliori? Puoi continuare a lottare (Fight), puoi volare via (Flight) o anestetizzarti (Freeze).

Io continuo a lottare in attesa di volare.

Alessandra 1 Maggio 2012 0:00

Penso che l’Azienda conti sul fatto che Maria non lascerà e, per questo, si comporta egoisticamente.
Se poi Maria dovesse lasciare… Peccato, abbiamo perso un’utile risorsa. Ma almeno sarà risolto il problema della riduzione del personale.
Ma veramente siamo ancora convinti che i nostri datori di lavoro possano esserci amici?? Non illudiamoci.

AM 1 Maggio 2012 0:00

@Alessandra. Credo che l’amicizia sul posto di lavoro non convenga nessuno. L’interesse dell’azienda è quello di avere in organico persone in grado di gestire al meglio le responsabilità che sono loro affidate, aiutarle a costruire competenze e sostenerli. Le aziende non sono opere di bene e l’amicizia, da una parte o dall’altra, è spesso finalizzata a ottenere concessioni o privilegi. Ci sono persone con le quali ci troviamo particolarmente in sintonia? Bene, coltiviamo le fuori separando comunque le cose. Se ne siamo capaci.

Grazie anche a te e presto leggerti, Arduino

Stefania 2 Maggio 2012 0:00

A proposito di valutazione del personale. Nessuno è insostituibile, questo il commento di uno dei miei due capi quando ho dato le dimissioni per diventare libera professionista. Ho sempre svolto con cura e passione il mio lavoro e, quando non avevo niente da fare (eh sì, lì capitava), chiedevo a qualche collega se aveva bisogno di aiuto. Ma c’erano anche colleghi che riuscivano a stare seduti davanti al PC tutto il giorno facendo finta di lavorare. Loro erano zelanti, io “ero sempre in giro”.
Buona giornata.

MICHELE 22 Ottobre 2014 0:00

Fly, fly, fly away! Ovviamente con calma e sangue freddo, dopo aver trovato di meglio (non sarà difficile con un azienda del genere, ma è meglio sfruttarli un po’ prima di andare via, esattamente come hanno fatto con te, GIUSTO PER UNA QUESTIONE DI GIUSTIZIA, LORO HANNO RUBATO A TE E TU RUBI A LORO).
il tutto nel massimo silenzio e discrezione e, dopo le dimissioni, se ti offrono di più e fingono di essere dispiaciuti che te ne vai, accettare subito ed incassare il nuovo stipendio e la eventuale promozione (servirà per rilanciare con una nuova azienda o con la stessa che ti ha offerto il nuovo lavoro). Dopo sei mesi al max, andare via definitivamente, li avrai …..fregati…. alla grande, esattamente come loro volevano fare con te. MA IL MIGLIORE SEI TU, LORO SONO SOLO DEI PEZZENTI.

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