Ieri sera a Ballarò Laura Boldrini e Piero Grasso, i nuovi Presidenti di Camera e Senato, hanno annunciato alcune misure per ridurre i costi della politica:
Puoi ascoltare direttamente la loro voce nel video: la proposta è contenuta nei primi due minuti dell’intervista.
Credo che di questa iniziativa possa gioire chiunque abbia desiderio di vedere tagliati i costi della politica, anche se avrebbe voluto altri al loro posto.
Il pensiero potrebbe andare a quanti hanno preceduto Boldrini e Grasso e che non sono mai andati oltre le dichiarazioni di principio: ma non voglio guastarmi questo momento.
Insomma, cambiare si può.
Non credi?
Mi viene un dubbio: questi li ha scelti Bersani, ma se Bersani non riesce a fare il governo, questi rimangono o vengono cambiati e se vengono cambiati, le riduzioni rimangono o decadono?
Anche io dubito che il tutto sia applicato velocemente e qui non c’è più tempo e siamo saturi!
Mi dispiace guastare il gusto del momento. In Italia, il costo delle Camere (1,1 miliardi all’anno) è poco più di un ventesimo del costo totale della politica (circa 20 miliardi all’anno, inclusi enti locali e regioni), che, a sua volta, è un quarantesimo della spesa pubblica complessiva (800 miliardi all’anno, la metà del PIL, inclusi circa 100 miliardi all’anno di interessi sul debito pubblico).
Ottima cosa il buon esempio, e da qualche parte bisogna pur partire. Ma…
Hai ragione Giovanni, le spese della politica purtroppo sono tantissime, ma se qualcuno che può farlo iniziasse veramente a ridurle, forse i risultati non tarderebbero a dare effetti tangibili.
Ad esempio gli stipendi da tagliare, e non del 30% ma del 50% (visto che sono altissimi ingiustificatamente), non sono solo quelli di Camera e Senato, ma anche tutti quelli dei politici locali di Regioni, Province e Comuni, dei dirigenti di enti pubblici, degli esperti esterni e dei consulenti esterni, che se i dirigenti già super pagati sapessero fare il loro lavoro, non servirebbero neanche.
Con tutti questi tagli peraltro giustificatissimi, credo che intanto la pressione fiscale dovrebbe ridursi, così come il costo della vita e l’economia dovrebbe ripartire…ho usato il condizionale perché credo fermamente che ciò non avverrà…purtroppo la storia ci insegna che gli uomini non sono in grado di ripartire da zero se non dopo una catastrofe. Spero con tutto il cuore che ciò non avvenga.
E loro per lavorare dal lunedì al venerdì (come fanno tutti i comuni mortali) devono adottare misure apposite?????
Tutti in miniera, subito e “a gratis”!
Vedremo se li faranno davvero i tagli….
Buona serata
@Luca. Boldrini e Grasso li ha proposti la coalizione di centro-sinistra: Grasso, nel segreto dell’urna è stato votato da 13 (mi pare) persone in più. In ogni caso sono stati votati dal parlamento. Boldrini e Grasso rimarranno in carica fino a quando non saranno sciolte le camere. 5 anni se non si torma al voto prima.
@Ilaria. Io non dubito della buona fede degli interessati, anche se non so dire se la rinuncia diventerà immediatamente effettiva. Sono pronto a scommettere che non abbiano mai preso possesso degli alloggi, per esempio, e che troveranno il modo di rinunciare al compenso se la legge non consente loro di farlo con effetto immediato.
@Giovanni @Tiziana. Non mi guasti nulla Giovanni, conosco i numeri. Dobbiamo stare attenti a fare del benaltrismo. Attaccare (giustamente) i costi della politica e poi accogliere con freddezza i primi segnali di cambiamento non aiuta. Le due persone che hanno fatto il passo hanno una vita di lavoro e di coerenza e hanno fatto qualcosa che nessuno ha chiesto loro di fare (e nessuno ha mai fatto prima!). Vero, paragonati al baratro del debito pubblico sono pochi soldi ma non possiamo dimenticare che ora sarà dura per chiunque altro, anche se non mettessero mano alla legge (e, da come si sono messe le cose, mi pare difficile che non accada), tornare indietro.
@Stefania. La miniera potrebbe essere un buon posto… per alcuni fin troppo.
Grazie a tutti e a presto leggervi!
Arduino