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Smettila di preoccuparti!

23 Aprile 2013 | di Arduino Mancini Conosci il Soffitto di cristallo?

Perché?

Ecco il pensiero di Mary Hemingway.

Preoccupati un po’ ogni giorno, e nell’arco di un’intera vita avrai buttato via un paio d’anni. Se una cosa non va, sistemala. Ma allenati a non preoccuparti. La preoccupazione non sistema mai niente.

Io lo trovo convincente, e tu?

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Commenti
Nadia 30 Aprile 2013 0:00

Buona teoria, ma difficile da mettere in pratica… quando si ha sulle spalle un mutuo da pagare, non si ha un lavoro, e ci si priva della gioia più bella ovvero quella di diventare mamma, soltanto perchè non si sa come dar da mangiare all’eventuale bambino… non preoccuparsi è da incoscienti!

AM 30 Aprile 2013 0:00

Ciao Nadia,
mi fa piacere che tu dica “difficile” da mettere in pratica, e che di conseguenza tu non escluda la sua applicazione. Non so se non preoccuparsi sia da incoscienti (molto probabilmente hai ragione). Ma ti invito alla riflessione che ho fatto in passato su questo tema, e cioé che le preoccupazioni sono un parassita che ci toglie le risorse mentali che ci occorrono per superare le difficoltà che generano le preoccupazioni stesse. Provarci, con determinazione, conviene. No?
Sono certo che sarai capace di realizzare i tuoi sogni.
A presto leggerti,
Arduino

Paola 30 Aprile 2013 0:00

“La preoccupazione non sistema mai niente” come dice la Hemingway e su questo sono concorde.
Personalmente mi lascio facilmente condizionare dai momenti negativi che la vita quotidianamente mi regala e spesso mi lascio travolgere e stravolgere dagli stessi con il rischio di perdere l’ago della bussola…poi mi accorgo, ragionandoci, che non è il modo giusto per affrontarli. Per un semplice motivo, aggiungo alle preoccupazioni esistenti altre per risolverle ed è un po’ come il gatto che si morde la coda.
C’è sempre un modo per venirne fuori, anche quando sembra che tutto sia impossibile…avere il coraggio di affrontarle! Sono parole, mi direte, ma è l’unico modo altrimenti… e non aggiungo altro.
Felice giornata
Paola

Ilaria 30 Aprile 2013 0:00

Le preoccupazioni non servono a niente e sono un parassita ma, invio la mia solidarietà a Nadia, non sei sola.

AM 30 Aprile 2013 0:00

@Paola. Che dire, grazie!

ada 28 Novembre 2014 0:00

Buona sera Arduino ,si preoccuparsi tanto per alcune cose non risolve nulla anzi accentua ancora di più il problema , lo ingrandisce , ma non tutti riusciamo e tenere i nervi saldi in alcune situazioni ,ognuno di noi reagisce in modo diverso , che dire… cerchiamo di ragionare con mente ferma e non preoccupiamoci troppo 🙂

Cesare 28 Novembre 2014 0:00

Se c’è una soluzione, è inutile preoccuparsi.
Se non c’è una soluzione, è inutile preoccuparsi. Meglio dedicare le proprie energhie a cpaire se la soluzione c’è (e a volte la soluzione consiste nel porsi il problema in modo diverso.

Detto questo, ammetto che io mi preoccupo spesso un bel po’ – che volete farci, razzolo male…

Ilaria 30 Dicembre 2014 0:00

In teoria non fa una grinza ed in pratica sarebbe bello da applicare ma, vorrei che chi lo afferma con convinzione desse una dimostrazione a persone come Nadia (che non è sola, quindi anche a me) della soluzione che non vediamo perché siamo intente a preoccuparci, allora forse direi: cavolo aveva proprio ragione! Io la sto cercando la soluzione ai miei problemi ma, non la trovo, rispetto a Nadia vado avanti ed il figlio lo sto mettendo al mondo, con gioia e con preoccupazione, a volte mi sento incosciente altre mi dico: in qualche modo si farà ma, è una soluzione? Credo che la mia sia Fede.

AM 2 Gennaio 2015 0:00

Ciao Ilaria,
prima di tutto grandissimi auguri per una serena gravidanza e una felice maternità.
Come spessissimo accade, le riflessioni che propongo sono frutto di esperienze personali, spesso di errori e situazioni affrontate diversamente proprio in virtù degli errori commessi.
Le situazioni sono sempre diverse l’una dall’altra e per questa ragione è impossibile costruire modelli che provino che preoccuparsi non serve.
Tuttavia, un metodo che spesso si dimostra fecondo nell’affrontare difficoltà e problemi è quello di domandarsi:
– se una persona che si trova nella stessa mia condizione mi chiedesse aiuto, cosa le suggerirei di fare?
– quali comportamento adottare?
– quali azioni mettere in pratica?
Questo metodo, solo in apparenza banale, si è spesso dimostrato utile poiché aiuta la persona interessata a prendere le distanze dalle proprie preoccupazioni e a individuare soluzioni.
Tentare non nuoce e invito quanti in ascolto e si riconoscano in Ilaria e Nadia a fare un tentativo.
Per concludere, Ilaria, credo che la fiducia in te stessa sia la miglior garanzia che tu possa offrire al nascituro.
Ancora auguri e a presto leggerti!
Arduino

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