Via l’IMU o lasciamo il governo

Queste le parole di Silvio Berlusconi e di altri autorevoli esponenti del PDL ripetute davanti a ogni microfono che capita nei pressi.

I patti erano questi, sostengono.

Dalla parte opposta il presidente del consiglio ed altri esponenti del PD affermano che intendono rivedere la tassazione sulla casa, ma sarà difficile arrivare alla sua abolizione e tantomeno alla restituzione di quanto già versato dai contribuenti.

La domanda è: che cosa si sono detti, durante i negoziati per la formazione del governo?

La risposta si presta a una riflessione che può avere carattere generale.

Le ipotesi sono tre:

• gli esponenti del PDL affermano il falso. Non hanno posto alcuna condizione che avesse per oggetto l’abolizione dell’IMU e la sua restituzione come condizione per entrare nel governo;
• gli esponenti del PDL affermano il vero. Hanno posto l’abolizione dell’IMU e la sua restituzione come condizione che Letta ha accolto: ora, la cruda realtà lo spinge a rivedere le sue posizioni;
• gli esponenti del PDL affermano il vero. Letta ha fatto una mezza promessa, pensando “poi vediamo”: nel desiderio di vedere nascere il nuovo governo, il presidente allora incaricato ha assunto l’impegno a ripensare la tassa che gli uomini del PDL hanno interpretato come un impegno all’abolizione e al rimborso.

Ne vedete altre?

In attesa dei vostri commenti faccio alcune riflessioni:

• stupisce che in un momento tanto delicato per la nostra storia il negoziato per la formazione del governo possa lasciare tante aree grigie, fonte di negoziato di posizione che è per sua natura conflittuale;
• difficile pensare che il governo durerà,  dato il livello dello scontro a soli 4 giorni dalla fiducia.

Forse un governo che facesse poche cose per permetterci di votare con una legge elettorale diversa forse sarebbe stato più sensato.

Temo fortemente che entro un anno voteremo di nuovo, e il rischio di farlo con il porcellum è concreto: il conto, temo, sarà più salato dell’IMU.