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29° Stratagemma - Fingendosi di passaggio attaccare Guo

30 Settembre 2014 | di Arduino Mancini Impara I 36 stratagemmi

i 36 stratagemmiLo stratagemma può avere diversi significati; alcuni risalgono all’antichità, altri invece si prestano a una lettura più recente.

Lo stratagemma

Fingendosi di passaggio attaccare Guo” ha il senso di fingere di non voler arrecare danno a due o più soggetti, approfittando della loro buona fede per diventare padroni della situazione alla prima occasione utile.

Si può diventare vittime di questo stratagemma in situazioni nelle quali si è stretti fra due potenti nemici che minacciano di sottometterci, nell’immediato o comunque in potenza.

Quando «guance e mascelle sono vicini, e senza le labbra i denti sono esposti al freddo», e noi siamo guancia o mascella, allora possiamo essere vittima dello stratagemma e, per evitare di soccombere, può essere utile unirsi all’alleato più debole e vicino per resistere a quello potente.

La sensazione che si prova in casi del genere è di oppressione, di essere schiacciati da un grande peso o premuto su due lati; e allora conviene non ci si dee abbandonarsi alla disperazione, ma mantenere la calma, la decisione e il sorriso sulle labbra.

 

La storia

Al tempo delle Primavere e Autunni, i due Stati di Yu e Guo confinavano con lo Stato di Jin, “vicini come i denti e le labbra “; da tempo Jin nutriva l’ambizione di annetterli.

Nel 658 a.C. Xian, duca di Jin, riuscì ad entrare nelle grazie duca di Yu grazie a ricchissimi doni; lo scopo era quello di ottenere il transito dell’esercito in marcia contro lo stato di Guo; il duca di Yu non solo concesse il transito ma addirittura inviò truppe a far loro da avanguardia.

Quell’estate, l’esercito di Jin conquistò la città di Xiayang nello Stato di Guo. Tre anni più tardi, nel 655°.C., Xian chiese di nuovo il duca di Yu il permesso di transito per le sue truppe di nuovo contro Guo.

Il gran maestro Gongzhiqi consigliò al duca di Yu di negare il transito e di soccorrere il vicino minacciato; egli usò l’argomento che “guance e mascelle sono vicini, e senza le labbra i denti sono esposti al freddo”, spiegando così al duca di Yu il destino comune che legava Yu e Guo.

Yu e Guo sono legati alla stessa sorte: essi scompariranno insieme prima che l’anno sia trascorso”, previde Gongzhiqi, e portò immediatamente i famigliari al sicuro, fuori dei confini.

In effetti, durante il primo del dodicesimo mese lunare, l’esercito di Jin distrusse Guo; poi nella sua marcia trionfale di ritorno, si acquartierò a Yu, vi scatenò un attacco di sorpresa profittando della sua impreparazione e lo distrusse con facilità.

Xian, duca di Jin, aveva ottenuto il transito da Yu col pretesto di attaccare Guo ed era riuscito ad annettersi in un sol colpo due Stati; il duca di Yu era stato ingannato dalla sua stessa avidità e annientato nello spazio di un mattino.

Il commento

Da un punto di vista organizzativo lo stratagemma si presta a diversi impieghi: ne presento qui uno dei più diffusi.

Quando è in corso un conflitto fra manager che intendono prevalere per ottenere maggiore potere o visibilità, è possibile che uno dei due (spesso quello più potente) tenti di ottenere i favori di uno dei collaboratori più in vista dell’avversario, capitalizzando eventuali attriti fra capo e collaboratore e paventando vantaggi in termini di carriera o responsabilità.

L’ingresso nella “cordata” del vincitore può essere un eccellente incentivo a “collaborare”; lo scopo è quello di indebolire l’avversario, accrescendo il numero di fronti sui quali egli è costretto a vigilare e procurandosi utili informazioni.

Il collaboratore in questo caso dimentica che “guance e mascelle sono vicini” e che, in assenza del suo capo (verso il quale egli magari nutre qualche forma di rancore), egli rischia di esporsi al freddo come accade ai denti in assenza delle labbra.

Inoltre, egli dimentica che una volta raggiunto lo scopo, il vincitore difficilmente lo porrà in cima alla lista dei beneficiari del successo, premiando gli alleati della prima ora e ricordando che chi ha “tradito” una volta può farlo ancora in futuro: per questo è piuttosto probabile che il collaboratore veda peggiorare la sua condizione, vedendosi relegato in posizioni secondarie o addirittura emarginato.

Per resistere allo stratagemma può essere perciò utile a capo e collaboratore rafforzare la posizione reciproca, magari rendendo reciprocamente evidente il proprio atteggiamento e cercando di appianare le divergenze; perché difficilmente chi mette in difficoltà il proprio capo può evitare di “esporsi al freddo”.

Ti sei mai trovato in situazioni del genere?

Vai alla recensione del libro I 36 stratagemmi.

Fai clic qui per leggere gli stratagemmi fin qui commentati.

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