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Il primo che attraversa il muro è sempre insanguinato.

2 Dicembre 2014 | di Arduino Mancini Resistere, ferocemente, al cambiamento

Qualche giorno fa ho pubblicato scheda e scene del film L’arte di vincere.

Ho trovato il film interessante perché, come ho scritto nella scheda, rappresenta un esempio interessante di resistenza al cambiamento.

La scena più rappresentativa, da questo punto di vista, è quella del dialogo tra il proprietario della squadra di Baseball Red Socks di Boston e Billy Beane (BB), il protagonista e allenatore dei quadra di baseball degli Oakland Athletics.

La squadra gestita da Billy ha mancato per un soffio l’accesso alla fase finale del campionato per il secondo anno consecutivo, ma nonostante questo l’uomo si vede offrire la direzione di una squadra molto più ricca e prestigiosa di quella che dirige.

Vediamo il dialogo: per tua comodità ho riportato il dialogo.

 

Beh… ti sono grato per avermi chiamato

Tu mi sei grato?

Con 41 milioni hai messo su una squadra da play-off e hai perso migliori giocatori e senza quei giocatori hai vinto più partite di quando li avevi. Hai visto lo stesso esatto numero di partite degli Yankees, ma gli Yankees hanno speso 1,4 milioni a vittoria.

E tu hai speso 260.000 dollari.

So che stai prendendo bastonate da tutti ma il primo che attraversa il muro è sempre insanguinato.

Sempre.

Si sentono minacciati, non è solo un modo di fare affari, nella loro mente è una minaccia per tutto lo sport ma in realtà è una minaccia per la loro sussistenza, il loro lavoro, una minaccia per il modo in cui fanno le cose, e ogni volta che questo succede, sia un governo, siano affari o qualsiasi altra cosa, le persone che tengono le redini, che hanno la mano sul cambio vanno fuori di testa.

Insomma… quelli che al momento non stanno smantellando la loro squadra per ricostruirla usando il tuo modello sono dei dinosauri. Se ne staranno seduti, con le mani in mano… a guardare i Red Socks che vincono le World Series.

Che cos’è?

Ti voglio come mio General Manager… è la mia offerta.

 

Il destino di chi resiste al cambiamento, invece di adattarsi alla nuova realtà, è quello di soccombere.

Ma mi piacerebbe pensare che non sempre il primo che attraversa il muro debba rimanere insanguinato, e che comunque possa trovare qualcuno pronto a curare le sue ferite e a valorizzare il suo lavoro.

Purtroppo paramente le cose vanno in questo modo.

Ti sei mai chiesto per quale ragione?

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Commenti
Anna Maria 3 Dicembre 2014 0:00

E’ propria dell’uomo la diffidenza verso la diversità in qualsiasi modo essa si manifesti, per cui anche un pensiero diverso, di cambiamento provoca sempre una prima reazione ostile, poi c’è sempre una prima adesione ed infine tutti ne riconoscono il valore. Ci piace stare sempre nel nostro confort e se questo ha dato dei risultati, perché cambiare?

Cesare 3 Dicembre 2014 0:00

Eh già… ma cambiano le cose intorno a noi cambiamo noi stessi, che ci piaccia o no: per cui le cose che hanno sempre dato risultati a un certo punto smettono di farlo.
https://www.tibicon.net/libri/chi-ha-spostato-il-mio-formaggio

Anna Maria 4 Dicembre 2014 0:00

Concordo con te Cesare, quel piccolo libro, letto tanti anni addietro ha modificato il mio modo di pensare, ed ogni giorno cerco sempre di trovare soluzioni diverse anche a situazioni che già ho trattato. Buona giornata!

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