Questo diceva Forrest Gump, il protagonista dell’omonimo film, significando con questa espressione il fatto che la stupidità non è tanto un attributo delle persone quanto una caratteristica del comportamento umano.
Insomma, anche le persone intelligenti fanno sciocchezze e anche loro possono avvalersi di questo breve articolo e ridurre la probabilità di compiere azioni delle quali si pentiranno.
Cominciamo subito.
Nel glossario di questo blog ho definito la sciocchezza come un’azione che non porta vantaggi a chi la compie, ma genera un danno sia all’interessato sia ad altre persone; della sciocchezza compiuta si diventa consapevoli successivamente, quando si subisce un danno o non si raccolgono i frutti sperati, e quando subentra il rimpianto.
Quali sono le stupidaggini più comuni?
Il panorama è piuttosto ampio e cercherò di limitarlo ad alcuni esempi: assunzione di cibi dannosi per la salute, relazioni extraconiugali, assunzione di droghe, corruzione.
Quali sono le caratteristiche comuni a queste sciocchezze?
Prima di tutto la variabile tempo, che prende le sembianze di un conflitto fra la soddisfazione di bisogni immediati e gli interessi di medio-lungo periodo: la gola, la soddisfazione immediata di un bisogno sessuale o di evasione dalla realtà, l’esigenza di raggiungere nel breve i nostri obiettivi ci conducono all’akrasia, cioé a un comportamento irrazionale contrario a quello ritenuto ottimale per noi.
La sciocchezza è compiuta spesso in assenza di uno sforzo consapevole per riconoscere il conflitto in atto, e tantomeno per conciliarlo attraverso un’analisi che accerti l’eventuale prevalenza degli interessi di lungo periodo con i bisogni immediati.
La seconda variabile fondamentale è la valutazione del rischio che la sciocchezza si trasformi in un danno, per noi e per gli altri; questo assume due forme.
La prima è quella dell’impatto che le piccole trasgressioni possono avere sui comportamenti futuri: viviamo la piccola fetta di torta, la scappatella, la “soluzione rapida” a un problema burocratico come episodi unici, che non lasceranno taccia, sottovalutando la possibilità che un gesto vissuto inizialmente come isolato possa costituire l’innesco a ripetere l’azione dannosa.
Tanto, per una volta…
La seconda forma è quella della valutazione del rischio sulla base del ricordo e dell’esperienza passata: finora è andata bene, perché le cose dovrebbero andare diversamente in futuro? Ciò che facciamo è sottovalutare il ruolo che il caso gioca nella nostra vita e illuderci che nulla cambierà.
Che fare, allora? Esiste un modo per ridurre il rischio di commettere sciocchezze?
Ci ho pensato a lungo e ho individuato otto domande che puoi porti quando senti di essere sul punto di commettere una sciocchezza.
Avrai capito dalle domande precedenti che la stupidità non riposa mai e colpisce ogni ceto sociale, ogni razza e ogni livello culturale; perché facciamo tremendamente fatica a rimandare la soddisfazione dei bisogni immediati e ad accettare la nostra vulnerabilità nel confronti del rischio e del caso.
Cosa ne pensi?
Se vuoi approfondire il tema leggi questo libro e questo articolo.
“…la stupidità non si riposa mai e colpisce ogni ceto sociale, ogni razza e ogni livello culturale…”, è la sacrosanta verità, Arduino!
Grazie per gli ottimi spunti di riflessione, utili e belle le 8 domande da porsi prima di fare l’ennesima sciocchezza. Adotto questo tuo post in #adotta1blogger, una delle comunità più smart di Fb, spero tu abbia voglia di entrarci e partecipare. Se vuoi saperne di più, ci mando il link del post dove racconto cosa è e cosa fare, intanto buona giornata!