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Il guaio di chi si occupa di tecnologia

17 Maggio 2016 | di Arduino Mancini Anti-curriculum, Colloquio di selezione, Lavoro

tecnici e persone

Accade con una certa frequenza che persone che ricoprono ruoli con forte connotazione tecnica o tecnologica siano inclini a trascurare l’importanza della gestione del rapporto con colleghi e collaboratori.

E, se non fossero troppo ingombranti, volentieri si dimenticherebbero anche dei capi.

Il risultato?

Arriva un momento della loro vita professionale in cui la gestione delle relazioni diventa preponderante rispetto alla conoscenza tecnica, e il successo che li ha condotti a una posizione interessante assume un carattere inatteso e sgradito.

Quello della temporaneità.

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Commenti
Cesare 20 Maggio 2016 0:00

Verissimo, ma non tutti abbiamo le stesse capacità: se uno è daltonico, i colori non li vede.
L’importante è che persone così non siano messe in posizioni di comando, o si attiva il Principio di Peter, e un eccellente tecnico diventa un pessimo capo.
Se invece parliamo di collaboratori, io credo che un buon capo si riconosca anche dal fatto che sa gestire e tirar fuori il meglio anche da questi, magari intanto aiutandoli a imparare un minimo di competenze sociali: ci guadagnano lui, il collaboratore, e l’azienda. Un po’ come fa un bravo insegnante, che aiuta ogni scolaro a imparare e acrescere.

AM 25 Maggio 2016 0:00

Interessante punto di vista Cesare, che mi permette di toccare un punto che mi è molto caro.
Vero che tutti abbiamo le stesse capacità, ma è altrettanto vero che spesso esiste una differenza tale fra le prestazioni che esprimiamo e quelle che possiamo esprimere da lasciare un grosso punto interrogativo sui risultati che possiamo raggiungere.
Cosa ne pensi?

Alessandra Chiarioni 25 Maggio 2016 0:00

Buongiorno. Leggo con grande interesse il post di Cesare. Oggi è necessario porre a se stessi e umilmente una responsabilità adulta circa temi sensibili. Saper gestire il meglio nei propri collaboratori o dipendenti in ambito tecnico implica responsabilità sociali enormi, ad esempio ambito edilizio, commerciale,giuridico, economico,politico, educativo e formativo. Grazie Arduino e Cesare. Riflessione complessa anche in tema di social network. Al piacere di leggere ancora tibicon.com.

Cesare 30 Maggio 2016 0:00

Io credo che il buon imprenditore, il visionario, il leader, è quello che sa riconoscere potenzialità che altri non vedono, la “differenza … fra le prestazioni che esprimiamo e quelle che possiamo esprimere” nel mercato, nella tecnologia, nei collaboratori. Chi invece si butta su mercati già maturi, tecnologie collaudate, collaboratori già smaliziati e preparati, è destinato a seguire, e magari arrancare: non ad aprire strade e avere successo.

Alessandra 22 Ottobre 2017 0:00

Ciao Arduino. Sono veramente spiacente di fare questa richiesta.Per ragioni di opportunità anche di familiari, e altro, ho deciso di cancellare ogni traccia della mia presenza sullo web. Ripeto, mi spiace in particolare con Arduino “Palmiro”, come mi spiace non avere trovato il tempo necessario per occuparmi di più di Tibicon. Sarebbe stata una bellissima e positiva attività lavorativa per me. Come già detto altrove apparentemente tra Asia Argento e la giornalista di Malta, mi ha convinto sfortunatamente la testimonianza della seconda donna, preceduta da altre, come quella irlandese sulla cui “mancata” cautela abbiamo avuto modo di confrontarci in tempi non sospetti. Buona domenica 22 ottobre 2017.

AM 3 Novembre 2017 0:00

Ciao Alessandra,
ci mancherai.
A presto,
Arduino

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