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Sapete cosa c'é sotto il tavolo di una partita a scacchi?

23 Febbraio 2009 | di Arduino Mancini Domande, Ascolto, Comunicazione (in)efficace - Formazione

Quali pensieri, fatiche, emozioni ci sono dietro una partita a scacchi? Quale vita segreta si cela sotto il tavolo di una partita a scacchi? Ce lo spiega Maurizio Bianchi, scacchista, libraio e mio poco governabile amico. Buona lettura.

Generalmente si pensa al giocatore di scacchi come a una persona tranquilla, riflessiva, dotata di grande memoria e di altrettanta pazienza, capace di valutare e calcolare un enorme numero di cause ed effetti quali si susseguono in conseguenza delle mosse che farà sulla scacchiera.

E’ abbastanza vero, ma non dice proprio tutto dello scacchista.

Esistono tre diverse sfere di azione che devono essere mantenute in costante equilibrio, pena la sconfitta: se una di esse cede o sfugge al controllo è tragedia immediata.

  • La prima riguarda la capacità di pensiero e calcolo, l’intelletto e la memoria.
  • La seconda è quella intuitiva, che agisce basandosi sul patrimonio dei concetti astratti assimilati.
  • La terza è quella puramente fisica, della resistenza allo stress e alla fatica: giocare a scacchi fa perdere peso!

-Nero “1.e4 c5 2.g3 g6 …… hmmmmmffff strana Siciliana questa.”

-Bianco “ 3.Ag2 Ag7 4.f4 ………. ma sì dai, occupa il centro come si deve e vediamo come va.”

-N “ 4….Cc6 5.Cf3 e5 ……… ok adesso se prova a prendere in e5 e vado a stare subito un po’ meglio….o no?”

-B “ 6.fxe5 Cxe5 7.d3 Cxf3 8.Dxf3 Ce7 9.O-O O-O 10.c3 ……… bene, adesso ce la giochiamo.”

Tornando all’immagine più comune del giocatore si ottiene un soggetto che siede compostamente su una poltroncina, davanti ai suoi amati pezzi di legno: a volte appoggiato non troppo mollemente allo schienale – quando la valutazione è semplice e non scorge complicazioni all’orizzonte.

A volte leggermente piegato in avanti, gomiti poggiati sul piano del tavolo e testa tenuta tra le mani, evidenzia l’analisi di posizioni difficili, forse perdute o intravede la possibilità di una combinazione in stile romantico.

Tutto questo accade ed è visibile al di sopra del piano di gioco. Over the board.

-N “ 10….b6 11.Ag5………questa mi rompe parecchio; e mi sa pure che il pedone in b6 non va troppo bene.”

-B “11…Ab7 12.Af6…ecco, stringiamogli lo spazio che se spinge il pedone f si libera il gioco.”

-N “ 12…Axf6 13.Dxf6 d5 14.Cd2 d4…….mi sento tranquillo, rilassiamoci un po’ anche se queste sedie non sono esattamente comode.”

-B “ 15.Tad1 …… quanto mi piace questa! Ah ti avvicini per vedere bene vero? Allora, che fai adesso?

Gli occhi dello spettatore profano, che non pratica tornei e conosce sì e no le regole del “nobil giuoco”, osservano solo quello che avviene in quelle parti visibili, prestando l’attenzione massima a quel che accade su quelle sessantaquattro caselle bianche e nere, dove s’intrecciano invisibili linee immaginarie create dai possibili movimenti di pezzi e pedoni.

Linee che per il loro mistero devono per necessità possedere un’essenza sostanzialmente magica, una carica di energia soprannaturale al cui significato non è dato loro di accedere.

Tutto questo accade ma non è visibile che all’interno del gioco. On the board.

-N “15…dxc3 16.bxc3 Cc6…… ahhhh, finalmente facciamo giocare il cavallino e spazio alla Regina.”
-B “17.Cc4 Dxf6 18.Txf6 Tad8 19.e5 Aa6……. porc..! non l’avevo vista, sono troppo bollito, dovevo andare a letto prima ieri sera, adesso ho qualche problema. Forza, pensa come si deve a qualcosa e in fretta che il tempo corre. Che casino fanno qui intorno! Mani sulle orecchie e concentrarsi.

-N “ 20.Axc6 Axc4 21.d4 …… Ah! Cavolo! Ben giocata questa. Si tiene il centro con i pedoni, ma io ho la maggioranza sul lato di donna.

-B “ 21…cxd4 22.cxd4 Ad5 23.Axd5 Txd5 24.Rf2……..devo fare attenzione alla mia Torre in d1, non è protetta e rischio di perdere il pedone e5 dopo che la sua Torre da f8 passerà in e8, quindi devo portare la Torre in d2 e poi il Re in e3.”

Esiste però, e non potrebbe essere diversamente per nostra natura fisica, un luogo al quale nessuno o quasi bada, e quand’anche capita allo sguardo si avvicinarsi a vederlo non si sofferma con la necessaria attenzione.

Cosa accade alla parte inferiore del giocatore? O meglio, è il giocatore di scacchi essenzialmente un “mezzo busto” privo di arti inferiori nelle ore di gioco dei tornei?

Niente affatto.

Sotto i tavoli, generalmente posti abbastanza vicini l’uno all’altro, si agita un polipesco magma di polpacci abbracciati alle gambe della sedia, di cosce accavallate e scavallate, di piedi che nervosamente si spostano avanti e indietro o battono leggerissimi sul pavimento.

E diffusissimi sono l’agitare laterale rapidissimo delle cosce – rilassante -, e il saltello con punta dei piedi bloccata a terra mentre il tallone sempre velocemente si solleva e si abbassa.

Un uragano muscolare di cui nessuno si rende conto in piena coscienza. Neppure gli stessi giocatori. E’ una palestra in piena attività. Tutto questo accade visibile e invisibile sotto il piano di gioco. Under the board.

-N “24…Te8 25.Re3…….. questo è un errore! Perde il pedone!

-B “25….Txe5……… ma allora sono un imbecille! Cosa ho fatto? Sto dormendo! Ho pensato un quarto d’ora che avrei dovuto giocare Td2 prima di portare il Re in e3. Così la partita è perduta.

Ecco, l’aspetto fisico, più primitivo più animalesco ha preso il sopravvento e per la fretta il giocatore col bianco ha mosso i pezzi nella successione errata: la sua idea era corretta, l’intuito aveva visto bene, ma il fisico ha ceduto e la stanchezza ha preso il sopravvento sulla concentrazione.

Il Bianco ferma l’orologio che segna il tempo di riflessione e porge la mano all’avversario che la stringe sorridente.

Entrambi sono sudati e ben visibili sul volto portano i segni dello sforzo sostenuto per quasi tre ore e mezzo.

Fatti, emozioni e pensieri qui raccontati non hanno riferimenti casuali, ma sono stati realmente vissuti over, on e soprattutto under the board.

Maurizio Bianchi

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Commenti
Pachicefalo 3 Marzo 2009 0:00

Beh non è che l’analisi scacchistica sia proprio profonda in questa storiella, però una certa idea si riesce ad averla.

Andrea 24 Gennaio 2013 0:00

Mauresing c’entra ? 🙂

AM 24 Gennaio 2013 0:00

Ti riferisci al suo rimanzo?

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