Lasciarsi bene, senza sbattere la porta.
È la regola che tutti siamo concordi nel seguire quando si danno le dimissioni: perché, si sa, le strade possono sempre tornare a incontrarsi e allora è meglio non avere rancori da superare.
Eppure, non di rado, succede che a governare il distacco sia la rabbia.
Può infatti accadere che, nel corso del colloquio di commiato, la classica domanda circa le ragioni che hanno indotto il dimissionario a “perseguire altre opportunità” lasci emergere punti di vista diversi circa la gestione, che non sempre chi ha posto la domanda è disposto ad ascoltare. E ad accettare.
Allora la conversazione si sposta su altri temi: errori compiuti, torti subiti e chi più ne ha più ne metta.
In altri casi a far degenerare la situazione è il nome dell’azienda di destinazione: essere lasciati per un concorrente ha un po’ il sapore del tradimento. E a un traditore cosa vuoi portare, un mazzo di fiori?
Come si sente il dimissionario, in casi del genere? Molto spesso uno straccio.
Vede il rapporto costruito nel tempo andare in fumo e vive la situazione di conflitto come una sconfitta personale; specie se, durante il colloquio, la sua intenzione era quella di fornire un feedback che aiutasse a superare le criticità che gli hanno reso la vita difficile.
Che dire in questi casi?
La raccomandazione a chi accoglie le dimissioni è ovvia, e cioè di mettere da parte i rancori e concentrarsi sul feedback ricevuto per valorizzarlo al meglio.
Al dimissionario invece suggerirei di riflettere su due punti:
Ti sei mai trovato in una situazione simile?
Trovi il post anche nel libro Palmiro e lo (s)management delle Risorse Umane – Tattiche di sopravvivenza aziendale.
A volte, però, può essere utile togliersi qualche sassolino dale scarpe…
Suvvia Arduino, se si va a lavorare per un concorrente e non sempre per migliori condizioni economiche, qualche ragione ci sarà pure, no?
Un abbraccio
Cristian
Il compenso è certo un indicatore.
E togliersi il sassolino dalla scarpa liberatorio.
Anche se, a liberarsi, sembra essere soprattutto chi si lascia assalire dalla rabbia.
Grazie Cristian, e a presto leggerti.
Arduino