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Bene, hai fatto un buon lavoro!

12 Marzo 2010 | di Arduino Mancini Lodi, Cazziatoni, Feedback


Quante volte te lo sei sentito dire?

La verità vera è che i capi tendono ad astenersi dal lodare: per due ragioni.

La prima è che lodare è complicato e si rischiano danni: meglio astenersi, tanto se non fai non sbagli.

La seconda ragione è che per molti manager i collaboratori sono trasparenti: non vedono né loro né le loro azioni.

Che cosa consigliare allora allo sparuto manipolo di capi volenterosi che ha scoperto il magico potere della lode ma non ha capito bene come gestirla?

Ecco, di seguito, il vademecum della lode generativa.
Quando

  • Immediatamente dopo la rilevazione del comportamento che si vuole incoraggiare
  • Dopo essersi ben preparati


Dove

  • Meglio da soli, sconsigliabile in pubblico

La dinamica

  • Parlare del comportamento da incoraggiare, separandolo dalla valutazione della persona
  • Esporre la lode in modo chiaro e breve focalizzando il comportamento che si intende incoraggiare
  • Durata massima 120 secondi
  • Attendere una risposta o un commento
  • Chiudere ribadendo fiducia nella persona

La comunicazione

  • Non usare parole “enfatiche” , il collaboratore non deve sentirsi né un genio né indispensabile
  • Usare un tono di voce misurato
  • Mai ripetere due volte lo stesso concetto

Insomma Signori, tutto questo per dire che se uno dei vostri collaboratori fa una cosa bene potrete riconoscerne il valore semplicemente dicendogli:

Bene, hai fatto un buon lavoro!

Non è rischioso, non costa, e produce risultati sorprendenti: provare per credere.

 

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Commenti
Gianluca 3 Aprile 2013 0:00

Caro Arduino,
ti leggo sempre (non spesso, sempre!) e concordo con te. Tuttavia, affinché il “complimento” sortisca risultati sorprendenti, ritengo ci sia bisogno di un ulteriore ingrediente: il capo deve godere della stima del collaboratore e dev’essere riconosciuto come tale. Se così non è, il bravo collaboratore, magari continuerà a produrre buoni lavori, ma lo farà per amor proprio o perché percepisce che lavorare bene minimizza il rischio di essere additato come il dannoso/inutile ramo secco da tagliare.
Ciao e grazie per i sempre illuminanti argomenti che tratti.

    arduino 3 Aprile 2013 0:00

    Grazie a te Gianluca.
    Vero, la stima verso il capo rappresenta una leva importante.
    Tuttavia ti suggerisco di riflettere sul fatto che spesso la stima va non a persone di reale valore ma a persone che mostrano di avere apprezzamento verso il nostro lavoro o condivisione delle nostre idee.
    Lo specchio, insomma.
    Su questo fanno leva certi capi che tendono a creare un legame di affiliazione con il collaboratore, per carpirne il consenso, accrescere la fedeltà (non la stima, la fedeltà) e diminuire il rischio di conflitto.
    Comportamenti che vanno in direzione diversa, ma che sono piuttosto diffusi.
    Che dire Gianluca, viviamo in un mondo complesso…

Rino 11 Settembre 2015 0:00

Ciao Arduino,
Sono d’accordo sul fatto che un capo serio debba congratularsi in privato, non davanti a un gruppo, perché penso che questo comportamento sia offensivo. Peccato che sia quello più praticato, a mio avviso. Grazie. Ciao!

Cesare 12 Settembre 2015 0:00

Non sono del tutto d’accordo, credo che una lode (misurata, non sperticata, non troppo spesso, e soprattutto basata su dati oggettivi) vada fatta in pubblico, a rendere evidente che il capo e l’Azienda riconoscono il lavoro ben fatto. E’ evidente che qualcun altro può aversene a male, ma non se ha fiducia che quando farà bene anche lui avrà lo stesso riconoscimento.
Certo, eviterei competizioni all’americana come “The Employer of the Month”, e un feedback completo si dà in privato (come pure tutte le lavate di capo).

In ogni caso, per quanto mi riguarda, la lode più apprezzata è quella dei miei pari. perché di solito è obiettiva e sincera: e per questo motivo, se vedo un collega che fa una cosa bene, magarii meglio di come l’avrei fatta io, non esito a dirglielo. Ma faccio bene?
Arduino, ci fai qualche strip su come comportarsi con i pari grado?

AM 18 Settembre 2015 0:00

Sono d’accordo nella sostanza Cesare: ci può stare, in determinate condizioni, il riconoscimento pubblico dei meriti delle persone. Continuo a ritenere che le conseguenze di un errore di “dosaggio” potrebbero rivelarsi pericolose per il futuro rapporto con il collaboratore.
Fai benissimo a riconoscere i meriti dei colleghi: è cosa buona e giusta, anche se qualche cautela può sempre essere utilmente adottata.
Strip su lode fra colleghi? hai situazioni intriganti che ti passano per la testa?
Grazie e a presto leggerti,
Arduino

Cesare 18 Settembre 2015 0:00

Alcune situazioni anomale della lode tra colleghi:
– il collega che ti loda per qualcosa che SAI di non aver fatto particaolarmente bene; e ti chiedi dove sia l’inghippo… non ti sa giudicare, non sai giudicarti tu, o ti loda per qualche motivo che non sai?
– il collega che si vanta troppo di una cosa che ha fatto (e io rischio di cascarci, non tanto per vanità quanto perché da insicuro ho sempre bisogno di un riscontro);
– il collega troppo umile (ne ho avuto un paio), che ripetono sempre, ai colleghi, ai capi e addirittura i clienti (“sai, io non ne capisco molto”, “io non sono tanto bravo” “io sbaglio sempre”): o sono stati presia calci tante volte che si abituatia sminuirsi (e non è una bella cosa) o, di nuovo, lo fanno per qualche motivo… ma quale?

    AM 19 Settembre 2015 0:00

    Ottimi spunti, tutti in agenda.
    Grazie Cesare!

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