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Chi è un impostore?

24 Aprile 2013 | di Arduino Mancini Fare il (e la) leader, che fatica…

Sono anni che penso di scrivere un articolo sull’impostura, che considero tanto pericolosa quanto trascurata: ora ho deciso di rompere gli indugi.

Per affrontare un argomento tanto complesso e ancora tutto sommato poco studiato, ho chiesto aiuto ad un esperto.

L’articolo che segue prende spunto ed esempi dal libro Leader, giullari e impostori di Manfred Kets de Vries, che a questo tema riserva un interessantissimo capitolo: il mio lavoro è stato quello di sintetizzarne il contenuto aggiungendo alcune, mi auguro utili, considerazioni relativamente al pensiero critico e alla leadership carismatica.

Buona lettura.

 Il significato del termine impostore

Le definizioni che troviamo sui dizionari sono spesso parziali e inadatte a darci un’idea chiara del concetto. Manfred Kets de Vries sostiene che il termine impostore può avere due significati: individuo che inganna, raggira o truffa, oppure che si presenta sotto mentite spoglie, fingendosi una persona totalmente diversa da quella che è in realtà. Quando l’intento è quello di assumere un’identità fittizia a scopo di raggiro si ha una combinazione delle due cose.

Una sintetica descrizione del fenomeno

Si possono incontrare persone che si fanno passare per altri senza che in questo si possano scorgere vantaggi personali. La situazione che vede l’impostore trarre profitto dalla sua menzogna è la più comune, tuttavia accade che il vantaggio materiale non sia che un mezzo per raggiungere un fine diverso, per il quale la gratificazione psicologica supera i vantaggi derivanti dal successo dell’inganno.

Da sempre gli impostori affascinano il loro pubblico. Una delle ragioni del loro successo è da ricercarsi nel talento per l’imitazione, che li porta a sviluppare la capacità di creare, con la complicità di chi li circonda, un mondo di fantasia nel quale apparire più prestigiosi di quanto siano in realtà.

A questo possiamo aggiungere la loro capacità di empatia e di accoglimento dei suggerimenti di quanti li circondano, convogliando le loro aspirazioni nella storia che vanno raccontando e creando un affresco di illusioni che diventa via via più credibile.

Ciò di cui sempre si serve l’impostore è un pubblico disposto a lasciarsi abbindolare con (troppa) facilità in situazioni menzognere. Una ragione di questo fenomeno può essere ricercata in una sorta di identificazione: spesso ci sembra di riconoscere negli impostori qualcosa di noi che in circostanze normali preferiremmo non vedere, un riflesso dell’atteggiamento che ci porta ogni giorno a esibire in pubblico una facciata di comodo, spesso molto diversa da quella privata.

Esempi di impostura

Ferdinand Waldo Demara, alias il Grande Impostore, riuscì a vestire i panni del monaco trappista, del professore di psicologia e preside di una facoltà di filosofia, dello studente in legge, del laureato in zoologia, dell’oncologo e insegnante di un college di scuola secondaria del Maine, dell’aiuto chirurgo della Royal Canadian Navy, del vicedirettore di una prigione del Texas e di un maestro di scuola.

Un esempio di impostura preso dal mondo degli affari è invece quello di Anthony De Angelis che, trattando milioni di inesistenti galloni di olio di semi, ridusse alla bancarotta due società di intermediazione di Wall Street, fece fallire una succursale dell’American Express e precipitare i prezzi sulle borse merci di New York e Chicago. Egli riuscì a ingannare un gran numero di banchieri, broker e uomini d’affari tra i più abili del mondo, ma nessuno si fermò a domandarsi come potesse far soldi vendendo olio a prezzi tanto bassi. Egli continuò per anni a ingannare i rappresentanti della finanza inducendoli a prestargli altro danaro per il prossimo affare. Il desiderio di credere, alimentato dall’ingordigia, riuscì a vincere per un lungo periodo il realismo anche dei più scaltri uomini d’affari, che alla fine si trovarono in mano documenti di proprietà per quantità sbalorditive di olio di semi, quantità superiori a quelle risultanti dai resoconti governativi delle scorte esistenti. Solo dopo otto anni le autorità scoprirono che i barili di olio di De Angelis erano vuoti.

Dal modo della politica prendiamo il caso di Adolf Hitler. Nella biografia scritta da Alan Bullock si legge che “nel periodo tra il 1938 e il 1941, al culmine del successo, [Hitler] riuscì a persuadere la maggior parte della nazione germanica di aver trovato in lui un condottiero di qualità sovrumane, un uomo di genio mandato dalla provvidenza per guidarla alla Terra promessa“. Bullock vede la chiave del successo di Hitler – e della sua rovina finale – nella “sua straordinaria capacità di autorappresentazione”. “Hitler era in realtà un attore consumato, con la capacità di immedesimarsi in un ruolo e di convincere se stesso della verità di quello che diceva nel momento stesso in cui lo diceva“. Nel corso della guerra egli divenne sempre più preda della sua megalomania; si era presentato come salvatore della Germania, strumento della provvidenza, e gradualmente cominciò a credere nella propria infallibilità. “Quando incominciò ad aspettarsi che l’immagine da lui creata operasse da sola dei miracoli, le sue capacità decaddero e l’intuizione cessò di soccorrerlo. Il suo fallimento fu causato dalla medesima dote che lo aveva portato al successo.

 Come difendersi dagli impostori

Come abbiamo visto nei casi di impostura sintetizzati, le magagne prima o poi vengono a galla e gli impostori finiscono per smascherarsi da soli; sono i loro problemi con l’esame di realtà a tradirli.

L’impostore diventa particolarmente pericoloso quando, come nel caso di  Adolf Hitler, veste i panni del leader carismatico che riesce a farsi seguire dalla moltitudine che ha deciso di credere alla realtà manipolata che viene rappresentata.

Come affrontare queste situazioni?

Per tutti noi la sfida consiste nel mantenere la nostra capacità di esame analizzare criticamente le situazioni, senza lasciarci trasportare da forze irrazionali quando le sirene promettono amore a prima vista, ricchezza e felicità nel tentativo di irretirci. Quando ci troviamo di fronte a promesse o assicurazioni prive di senso e tuttavia tali da tentarci, dovremmo ascoltare i segnali d’allarme e impiegare il pensiero critico per verificare se esistono prove e testimonianze sufficienti a supporto di quanto ascoltiamo.

Non è facile resistere a chi ci fa intendere: “Fidati di me, penserò io a tutte le tue necessità”, ed è particolarmente difficile riconoscere e combattere la propria ingordigia; e quando questi sentimenti vengono stimolati o risvegliati è il momento di esaminarli criticamente, respingendoli al mittente anche quando siamo i soli a mettere in dubbio le parole dell’impostore.

Perché l’impiego sistematico del pensiero critico e il coraggio di mantenere una posizione sostenuta dai fatti quando gli altri, anche tutti gli altri, sembrano avere una posizione diversa rappresentano comportamenti che dobbiamo impegnarci a sviluppare.

Per il bene nostro e altrui.

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Commenti
Orbix 30 Aprile 2013 0:00

Strano. La descrizione che hai condensato mi ricorda tanto qualcuno che vive in Italia……. ma ho qualche difficoltà a ricordarmi come si chiami. Non vorrei sbagliarmi, mi pare asserisse di conoscere una parente di Mubarak……. e gli ha creduto una buona parte del Parlamento.

AM 30 Aprile 2013 0:00

Caro Orbix,
capisco il tuo punto di vista e sono pronto a scommettere che a tanti altri sia venuta in mente la stessa persona.
Tuttavia, ti invito caldamente a non limitare il tuo pensiero e a concentrarti sui molti apetti dell’impostura, pericolosa soprattutto perché fondata sulla manipolazione.
Grazie per il commento e a presto leggerti.
Arduino

Lorena Narduzzi 25 Luglio 2019 12:13

Ottimo commento, condivido , il momento storico che viviamo, l’incertezza genera purtroppo questo tipo di dimamica. Più che mai abbiamo bisogno di centratura, penso che proprio per quet’ultimo motivo stiano prendendo piede queste nuove figure .. Life Coach…( non impostori a loro volta speriamo…) che lavorano sull’essenza dell’essere presenti . centrati. intelligenti e capaci di pensiero critico.
Lorena

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