Durante la progettazione del corso e-learning sulla motivazione del personale un Cliente mi ha caldamente raccomandato di non trascurare il concetto di equità, che a suo avviso (e mio…) ha un ruolo fondamentale nella motivazione delle persone che lavorano in un’organizzazione (nella figura un’immagine tratta dal corso).
Ma quale significato assume la parola equità, in ambito organizzativo?
Ho interrogato diverse fonti, trascurando l’ambito strettamente legale (poco significativo ai nostri fini), e ho trovato definizioni che possono riassumersi in quelle che seguono:
Poco soddisfatto del risultato della ricerca ho pensato di coniare una mia definizione del concetto di equità in ambito organizzativo.
Eccola:
valore espresso da un insieme di procedure e regole seguite da un’organizzazione nel valutare le prestazioni delle persone che per essa lavorano, nel ricompensarle e nel gestire gli aspetti del rapporto di lavoro.
Che ne dici? Se non ti sembra adeguata puoi inviarmi le tue osservazioni attraverso i commenti.
Ora una ti faccio una domanda: il concetto di equità si applica alle anche alle organizzazioni criminali?
Può l’equità fungere da fattore motivante in un’organizzazione che vive al di fuori della legge?
La risposta ce la forniscono i recenti fatti di cronaca, che hanno portato alla ribalta un’organizzazione criminale che operava nell’ambito del Comune di Roma e che aveva assoldato politici, funzionari del comune e delinquenti comuni in un vortice di affari i cui contorni non sono ancora ben definiti.
Ecco alcune intercettazioni ambientali:
Le poche frasi precedenti confermano che l’equità ha forza motivante anche nelle organizzazioni criminali.
Ti domanderai: come possono convivere l’istanza di equità e il malaffare?
La risposta è tristemente semplice: basta convincersi che operare al di fuori della legge, è tutto sommato, lecito.
Non credi?
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