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Quando il cervello finisce in libertà… vigilata!

21 Novembre 2016 | di Arduino Mancini Delegare

liberta-vigilata

Mi è accaduto di negoziare accordi di varia natura con persone appartenenti ad aziende diverse dalla mia.

Pur manifestando apprezzamento verso le mie proposte, alcuni restavano titubanti, mentre altri non avevano remore nel manifestare i propri dubbi, ponendosi apertamente alcune domande:

Il capo sarà d’accordo?
E se poi non approva la soluzione, come me la cavo?
Come potrò rinnegare la posizione assunta?

È evidente che in questi casi l’autonomia di chi negozia è ridotta e gli ambiti di delega piuttosto nebulosi.

Inoltre, il capo resta allegramente inconsapevole che collaboratori con il cervello in libertà vigilata saranno più concentrati nell’individuare soluzioni che egli stesso approverà piuttosto che la migliore soluzione possibile.

Ma forse, per alcuni, trovare la migliore soluzione possibile non è una priorità.

L’ego viene prima.

Non credi?

Se ti interessa il tema della delega puoi dare un’occhiata al corso in aula o in e-learning.

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Commenti
Ada C. 23 Novembre 2016 0:00

Ohimé, Arduino! Ormai da anni qui i manager non sono il libertà vigilata, ma fuori su cauzione!
La priorità è non dispiacere agli americani e non prendere alcuna iniziativa che sia fuori del seminato, anche se il mercato italiano ha ben poco a che vedere con quello americano, con tutte le sofferenze e conseguenze. Ci vuole altro che resilienza per non scoraggiarsi, e alle volte è inevitabile.
Grazie come sempre dei tentativi di rianimazione!
Ada

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