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A volte, meglio non sapere...

Conviene sempre valutare il personale?

19 Settembre 2011 | di Arduino Mancini (S)management delle Risorse Umane

Post aggiornato il 24 marzo 2020

 

 

No, non sempre. Certo non in casi come quello rappresentato nella vignetta.

Cosa ne pensi?

Scopri il mio corso sulla Performance appraisal.

Trovi il post anche nel libro Palmiro e lo (s)management delle Risorse Umane – Tattiche di sopravvivenza aziendale.

 

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Commenti
Stefano Tazzioli 2 Novembre 2011 0:00

Mi piace essere aggiornato su tutto ciò che accade nel mondo delle consulenze aziendali in qualsiasi ambito. La conoscenza e il sapere rappresentano il mio cibo quotidiano. Mi chiamo Stefano Tazzioli e attualmente sono il Responsabile della Formazione del Personale in Bricofer Italia S.p.A.

Stefano Tazzioli 2 Novembre 2011 0:00

Il personale aziendale oltre ad essere valutato deve essere gestito nel seguente modo : 1 effettuare una attenta analisi delle potenzialità e del loro sapere; 2 effettuare corsi di formazione mirati alla funzione che andranno a svolgere; 3 collocarli nel ruolo in cui sono in grado di dare il massimo del rendimento; 4 effettuare sempre continuio aggiornamanti.

AM 2 Novembre 2011 0:00

Ciao Stefano,
poco da dire sul tuo secondo commento.
Se vuoi rimanere in contatto con tibicon puoi iscriverti alla newsletter (in alto a destra) o seguirci su facebook o twitter (vedi colonna a destra.
Grazie e a presto leggerti.
Arduino

Stefano 24 Marzo 2016 0:00

Qualche anno fa fu nominato un nuovo Amministratore Delegato che introdusse un sistema di valutazione e autovalutazione, di scelta degli obiettivi da raggiungere e verifica degli stessi l’anno successivo.
A quanto pare pero’ lui (l’A.D.) non raggiunse gli obiettivi in quanto fu rimosso…. (chi di valutazione ferisce……).
Adesso tutto è tornato ai santi vecchi, cioè probabilmente le valutazioni esistono ma sono i responsabili che valutano i lavoratori e basta, senza l’autovalutazione che è imbarazzante e forse anche un po’ ipocrita (*) perché secondo me serve piu’ a trarre un profilo psicologico del soggetto (capire se un lavoratore è umile o viceversa) che non a valutarne la sua competenza pratica.
(*) che dovrei scrivere nell’autovalutazione? Che sono fighissimo? Che sono da 6? Se scrivo che sono da piu’ di 7 mi darebbero dello sbruffone, se scrivo che sono sotto il 6 magari ci credono, va da se che tutti cercheranno di darsi un voto tra il 6 e il 7

    AM 30 Marzo 2016 0:00

    Ciao Stefano,
    non ho capito il tuo commento.
    Sei favorevole o contrario alla valutazione del personale?
    Da quello che scrivi sembra emergere il timore di essere valutato per via delle conseguenze che questo può avere.
    Ho capito bene?
    Grazie del commento a presto leggerti.
    Arduino

Stefano 30 Marzo 2016 0:00

Sono favorevole alla valutazione ma contrario all’autovalutazione, cioè il lavoratore che valuta se stesso.
Quest’ultimo giudizio è troppo soggettivo e è piu’ un indicatore psicologico dell’autostima (o presunzione) del candidato che non della qualità del lavoro svolto, che deve valutarla qualcun altro.

AM 6 Aprile 2016 0:00

Ciao Stefano,
immagino che tu ti riferisca a quei processi di performance management che prevedono come risultato un documento in cui il dipendente valuta le proprie prestazioni professionali secondo parametri definiti.
Condivido il tuo scetticismo circa l’utilità, meno la convinzione che l’esercizio sia sempre condotto in modo strumentale.
In ogni caso, un processo di valutazione delle prestazioni che si rispetti prevede SEMPRE un confronto fra capo e collaboratore, nel quale quest’ultimo è chiamato, fra l’altro, a valutare il proprio lavoro: un momento che, se gestito con equilibrio ed efficacia, può dare ottimi risultati.
Grazie del commento e a presto leggerti.
Arduino

questo è un aspetto nel quale non si può sfuggire

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